Conservativa
La conservativa è quella branca dell’odontoiatria che si occupa della conservazione della struttura dentale e se ne prefigge il mantenimento.
Patologie cariose o traumi possono indurre una perdita di sostanza dentale a più livelli. Se il quantitativo di sostanza dentale non è eccessivo (non più di circa la metà della struttura del dente) il dente può essere restaurato in modo diretto dal dentista tramite l’ausilio di appositi materiali e tecniche.
Le sigillature
Nei giovani (dai 6 anni in poi) quando vengono individuati dei solchi particolarmente profondi e difficili da pulire,

è possibile proteggerli con “le sigillature” ovvero una resina fluida che, dopo aver pulito e trattato opportunamente le superfici occlusali va a riempire gli spazi più profondi dei solchi evitando, in queste zone, la formazione delle frequenti carie occlusali.





Va ricordato che la sigillatura avviene solo nelle zone occlusali del dente, pertanto un dente sigillato, se trascurato, può comunque andare incontro a carie delle altre zone non protette (interprossimali e cervicali).
La sigillatura è un’arma in più per combattere la formazione di carie nelle zone più frequenti, ma non né impedisce totalmente la formazione in altre zone.


La carie comincia dallo smalto esterno per poi progredire all’interno fino a coinvolgere la dentina. Piccole carie e decalcificazioni dello smalto possono essere tenute sotto controllo con l’igiene ed il fluoro e non necessitano di terapia professionale, devono però essere monitorate periodicamente per verificare che non progrediscano.
Quando la carie coinvolge la dentina si è costretti ad intervenire, poiché all’interno di essa la progressione è piuttosto rapida.

Quando la carie arriva in dentina spesso, ma non sempre, il dente diventa sensibile agli stimoli termici ed agli zuccheri. Questa sensibilità deve portarci ad effettuare una visita dal dentista.
Se la carie viene trascurata può progredire fino a coinvolgere la polpa con 2 diverse sostanziali possibilità:
1- la polpa a contatto con i batteri s’infiamma e si scatena una “pulpite” con forte dolore spesso pulsante che aumenta con la posizione orizzontale (di notte).
2- la polpa a contatto “muore” va in necrosi senza dare sintomi se non quando i batteri all’apice dei canali scatenano una “periodontite” con forti dolori e impossibilità di masticare sul quel dente.
In entrambi i casi la terapia è quella canalare (devitalizzazione): i tessuti all’interno del dente vanno rimossi, il sistema canalare va deterso, sagomato e sigillato per impedire ai batteri di sviluppare granulomi ed altre patologie.
Quando un dente è particolarmente distrutto non si parla di otturazione, ma di ricostruzione, che per lo più prevede la copertura di una o più cuspidi negli elementi posteriori.



LA CLASSIFICAZIONE DI BLACK
Le carie portano perdita di sostanza in varie zone del dente, la classificazione di Black divide in 5 classi le cavità a seconda delle pareti dentali che vengono coinvolte:
– I classe quando il tessuto cariato coinvolge la sola superficie occlusale di molari e premolari
– II classe quando il tessuto cariato coinvolge oltre che la superficie occlusale di molari o premolari anche una parete interprossimale (mesiale OM o distale OD od entrambe MOD)
– III classe quando la carie coinvolge una parete interprossimale dei denti incisivi o canini (mesiale OM o distale OD od entrambe MOD)
– IV classe quando la carie coinvolge una parete interprossimale dei denti incisivi o canini (mesiale OM o distale OD od entrambe MOD) più una porzione incisale
– V classe quando i processi cariosi (od erosioni, abrasioni) coinvolgono la zona cervicale del dente (vestibolare o linguale/palatale)
I materiali più utilizzati per la conservativa sono i compositi e l’amalgama.
I COMPOSITI
I compositi sono ad oggi i materiali più utilizzati in conservativa.
Sono materiali costituiti da una matrice resinosa di metacrilati o acrilati modificati (Bis-Gma) ed una componente inorganica di particelle di vetro (quarzo, silice, alluminosilicati, etc.) di varie dimensioni.
Sono materiali utilizzati tramite tecniche adesive, ovvero si incollano al dente tramite l’utilizzo di speciali adesivi smalto-dentinali.


Sono materiali in uso da più di 20 anni, inizialmente usati solo per i settori anteriori per le loro elevate caratteristiche estetiche e poi via via che venivano migliorate le loro caratteristiche fisiche di resistenza all’usura ed ai carichi occlusali sono entrati in uso anche per i restauri dei settori posteriori.
Il loro utilizzo corretto richiede alcuni accorgimenti particolari come l’uso della diga ed altre strategie che né migliorano il risultato finale e soprattutto la durata nel tempo.
Il tempo per il loro corretto impiego può variare da operatore ad operatore, ma solitamente è mediamente lungo, dai 30 minuti per le ricostruzioni più semplici ad 1h e 30minuti per quelle più complesse.
La longevità di tali otturazioni è in stretta dipendenza con un buon controllo di placca ed una buona igiene orale.olare o linguale/palatale)







